Le revisioni sistematiche dei materiali provenienti da vecchi scavi effettuati in alcune delle principali grotte del Carso triestino, condotte principalmente negli anni 1992-2002, avevano messo in evidenza alcune delle criticità dell’aspetto cronologico-culturale noto come Neolitico dei vasi a coppa o Gruppo Vlaška.
In particolare, proprio il vaso a coppa, l’elemento più comune, presenta di fatto una relativa variabilità tipologica e dimensionale, che potrebbe corrispondere a variazioni di funzionalità o di codici di comunicazione simbolica o di inquadramento cronologico, che dovrebbe però essere sottoposta a verifica.
Fra 2010 e inizi 2011 la questione è stata affrontata su un campione ritenuto significativo, anche se da aumentare in futuro, usando prima un approccio tradizionale tipologico-comparativo su un totale di 386 vasi, poi uno matematico-statistico, meno consueto, su 168 pezzi.
I risultati del primo studio – realizzato nell'ambito della tesi di laurea triennale dal titolo Preistoria del Carso. Riesame crono-tipologico del Neolitico: il gruppo Vlaška discussa nell’a.a. 2009-2010 da Erika Jurišević, relatore Manuela Montagnari Kokelj, correlatore Chiara Boscarol – hanno costituito la base di partenza per quello successivo, condotto dalle stesse persone e pubblicato con il titolo Neolitico dei Vasi a coppa/Vlaška (Carso triestino, Italia nord orientale): vecchi dati e nuovi studi sulla ceramica.
Nel secondo caso Giusto Almerigogna (Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia) e Ginevra Danielis hanno dato un contributo importante all'ideazione e alla realizzazione della ricostruzione grafica “virtuale” del profilo di vasi incompleti ma con diametro all’imboccatura conservato o ricostruibile. Tale ricostruzione si basa sull'ipotesi che in antico esistesse un modello di vaso a coppa, la cui forma è schematizzabile in un cerchio: tagliando il cerchio con linee orizzontali parallele si ottiene il grado di chiusura/apertura e l’altezza presunta dei diversi vasi una volta che i frammenti sono stati posizionati sul disegno.
I parametri dimensionali ottenuti attraverso la ricostruzione grafica “virtuale” - diametro dell’orlo del vaso, altezza, rapporto diametro/altezza (che distingue forme profonde da forme medio-basse o basse) – sono stati successivamente inseriti in un database creato ad hoc per registrare questi ed altri elementi: il grado di attendibilità della ricostruzione grafica (basato sul rapporto fra parte originale conservata e disegno ricostruttivo); i dati relativi agli “attributi”, ossia gli elementi che completano la forma-base di un vaso ma non la modificano nella sua essenzialità, cioè nel rapporto forma-volume: piede, elemento di presa (sui vasi a coppa in genere bugne non forate o a foro passante orizzontale o verticale), decorazione; i dati anagrafici essenziali, ovvero provenienza (nome grotta) e numero che il pezzo aveva nella pubblicazione usata per l’analisi.
L'elaborazione di tutti i dati ha reso infine possibile attribuire i vasi ricostruiti ad uno dei “tipi” creati con lo schema grafico.
Ricostruzioni grafiche “virtuali” e database non sono stati inclusi nella pubblicazione, ma sono qui presentati per permettere eventuali verifiche dei dati originali.